Manuel Zuliani, dal Paese a professionista
Manuel Zuliani, classe 2000, è cresciuto nel Rugby Paese fino alle giovanili per poi seguire il percorso federale delle Accademie. Già permit player, è da poco stato promosso a professionista “a tempo pieno” nella Benetton Rugby. Come terza linea, è entrato nella Nazionale Italiana Rugby Under 20.
Lo incontriamo sui campi del Paese Rugby.
Quando hai iniziato a giocare a rugby e perché?
Ho iniziato all’età di sei anni, sono stato invitato da un mio compagno di classe, Tommaso Deidda. Da lì è iniziato tutto, mi sono appassionato a questo sport e ho fatto tutta la trafila del minirugby e delle giovanili sempre con la maglia di Paese e poi…
E poi?
Al mio primo anno di Under 18 sono stato selezionato per entrare a far parte dell’allora Accademia Federale di Mogliano Veneto e al secondo anno di Under 18 sono arrivato alla Benetton Treviso. Successivamente mi sono trasferito a Remedello, sempre in forza all’Accademia Federale.
Quando è avvenuta la prima convocazione in Nazionale?
Con l’Italia Under 17! All’epoca giocavo ancora a Paese, da lì si sono susseguite le convocazioni in maglia azzurra sia con l’Under 18 che con l’Under 20.
Poi sei tornato a Treviso per il grande salto
Al termine del percorso Federale a Remedello, nella stessa stagione, avrei dovuto giocare in Top10 a Mogliano e come permit player alla Benetton. In realtà già ad agosto ho esordito contro le Zebre, disputando i miei primi 20 minuti in Pro14 con la maglia Biancoverde. Da allora, ho continuato ad allenarmi e giocare a Treviso in una stagione travagliata che si è conclusa, però, con la vittoria della Raimbow Cup.
Raccontaci la meta più bella e quella più sofferta!
La meta più bella è stata quella segnata contro la Scozia, l’anno scorso, quando giocavo con la nazionale. Quest’anno, invece, abbiamo perso due o tre partite all’ultima azione o per una meta o per un piazzato, è facile immaginare cosa si prova.
Siamo curiosi di conoscere qualcosa delle tue giornate o se segui dei “riti”…
Beh, mi alleno tre ore ogni giorno. Agli allenamenti si aggiungono riunioni ed extra in campo o in palestra. Per questo, il riposo è fondamentale. Uno sportivo non può fare meno di 7/9 ore di sonno per notte.
Il giorno prima della partita, cerco di alimentarmi bene, di ripassare le giocate e, soprattutto, di stare tranquillo. In campo, scendo sempre con il caschetto e spesso con i nomi dei miei cari scritti sulla fasciatura del polso.
Cosa ti aspetti dal tuo futuro?
Ho firmato un contratto che mi lega alla Benetton fino al 2023: sarà sicuramente un’opportunità per crescere e continuare a migliorare. L’obiettivo è di riuscire a guadagnarmi anche la convocazione con la Nazionale maggiore.
Vorresti ringraziare qualcuno?
Sicuramente un grande grazie lo devo al mio amico Tommaso Deidda, che mi ha convinto a provare questo sport. Un ringraziamento va al Rugby Paese per avermi permesso di crescere e di prepararmi per palcoscenici più prestigiosi, e a un mio tifoso speciale: Mario Pozzebon, una vera e propria istituzione nel mondo del rugby, la persona che per me rappresenta un modello!
Ci vorresti dire qualcos’altro?
In realtà ho una piccola sorpresa in serbo…
Dalla prossima stagione mi vedrete spesso a Paese! Vorrei fare tesoro del mio percorso sportivo e trasmettere ai ragazzi della società la mia esperienza; mi sono, perciò, messo a disposizione. Farò parte dello staff di una delle squadre giovanili.
Allora, a presto, Manuel!